Il microchip è un dispositivo elettronico di pochi millimetri che il medico veterinario applica al cane nella regione del collo, sul lato sinistro o destro, con una semplice iniezione sottocutanea.
Come funziona il microchip?
Con un sistema passivo, senza emettere radiazioni elettromagnetiche, il microchip permette l’identificazione dell’animale nel database dell’anagrafe canina regionale in cui è stato registrato, attraverso un codice alfanumerico di 15 cifre univoco che viene rilevato da un apposito lettore.
Come si registra un cane alla sua anagrafe canina regionale d’appartenenza?
La registrazione del cane nella banca dati dell’anagrafe degli animali d’affezione, messa a disposizione dal Ministero della Salute, può essere effettuata solo dai medici veterinari libero professionisti accreditati dalla ATS, o che operano presso la ATS stessa, inserendo il numero del microchip, i dati segnaletici dell’animale e i dati del proprietario. In Italia, l’applicazione del microchip è obbligatoria, per il cane, dal 2005 e sostituisce il vecchio tatuaggio.
Il microchip del cane ha il GPS? Come si può rintracciare un cane col microchip?
No, non è possibile localizzare il cane attraverso il microchip, perché non è dotato di sistema di posizionamento GPS. Per poter contenere ilGPS infatti, le dimensioni del microchip del cane dovrebbe esseretroppo grandi, e sarebbe più difficile applicarlo e, certamente, più fastidioso per l’animale.
Un micro GPS per cani, dunque, non può esistere e il microchip non è un localizzatore sottocutaneo ma un metodo, indolore e certificato,che,in caso di smarrimento del cane, permette soltanto di identificare in tempi rapidi il suo proprietario.
Per questo motivo è davvero importante abbinare al microchip, obbligatorio, un localizzatore satellitare GPS/Bluetooth/Wi-fi a copertura mondiale, e facilmente applicabile al collare o alla pettorina del cane, come Kippy Evo, così da poter avere sempre sotto controllo la posizione del proprio animale!
Federica Pirrone, Mariangela Albertini, Patrizia Piotti ricercatori dell’UNIMI Veterinaria