Quando si parla di cani da salvataggio, viene subito alla mente l’immagine di un San Bernardo che corre nella neve o di un Terranova pronto a tuffarsi in acqua.
Alcune razze di cani, infatti, vengono addestrate fin da cuccioli per salvare vite umane nelle situazioni di pericolo più diverse, sfruttando la naturale attitudine “caratteriale” di alcuni amici a quattro zampe.
Cane salvataggio in mare
I cani capaci di tuffarsi nei corsi d’acqua, nei mari o nei laghi sono chiamati cani da salvataggio in acqua.
Per essere tale, un cane non deve semplicemente amare l’acqua e mostrare una naturale propensione verso questo elemento: se infatti al tuo cucciolo piace fare il bagno in mare, ciò non significa che sia necessariamente un cane da salvataggio.
Non tutti i cani sono adatti a svolgere questo tipo di attività.
Il nostro amico a quattro zampe per compiere un salvataggio deve avere le seguenti caratteristiche:
- Conformazione fisica adatta. Oltre a pesare minimo 20 kg, deve essere di corporatura possente, abile nel traino e capace di sopportare la fatica e il peso di trasportare un essere umano;
- Pelo folto. Soprattutto nelle regioni più fredde, i cani vengono scelti anche per il manto particolarmente folto. Le attrezzature non sono sempre sufficienti a proteggerli dal freddo, per questo vengono scelte razze con doppio strato di pelo in grado di impedire all’acqua di raggiungere la pelle;
- Passione per il nuoto. Anche il carattere del cane è di notevole importanza. Se non ama nuotare, è molto improbabile che diventerà un cane da salvataggio.
Cane salvataggio neve
La straordinaria intelligenza e forza di volontà dei cani li rendono un fondamentale alleato dei soccorritori in caso di emergenza. In montagna, infatti, esistono delle unità cinofile composte da cane e conduttore specializzate nel soccorso alpino.
Il presupposto è un rapporto di fiducia e amore tra animale e padrone, fondamentale per il successo di missioni in luoghi impervi e in situazioni di pericolo.
I cani da soccorso nella neve sono caratterizzati da grande determinazione e dalla capacità di non farsi mai prendere dallo sconforto: agiscono infatti nelle condizioni climatiche più complesse, dando a ogni costo il loro aiuto al disperso.
Nelle missioni di ricerca durante incidenti e valanghe, il ruolo dei nostri amici a quattro zampe è di fondamentale importanza.
Imparano fin da cuccioli a non distrarsi e che l’obiettivo è trovare l’essere umano: ciò li rende una componente chiave per salvare vite nelle situazioni più disparate.
Il punto di partenza è l’olfatto: gli studi scientifici in merito sono ancora in corso, ma è ormai noto che i cani hanno una eccellente capacità di fiutare l’uomo anche a centinaia di metri di distanza.
I cani da valanga, in particolare, hanno un olfatto particolarmente sviluppato perché in grado di scovare un essere umano sotto metri di neve; sono inoltre capaci di passare con agilità in ambienti selvaggi e pericolosi come crepacci o luoghi in grande pendenza.
Cani da salvataggio: razze
Esistono alcune razze particolarmente adatte all’attività di salvataggio e per questo scelte dagli addestratori.
In merito ai cani salvataggio in mare, le razze maggiormente predisposte sono:
- Terranova. È certamente la razza da salvataggio in acqua per eccellenza, grazie alla straordinaria potenza fisica: è capace di trainare più persone contemporaneamente o, addirittura, una barca di alcune tonnellate. Dimostra molta resistenza alla fatica e, soprattutto, l’insensibilità al freddo lo rende pronto all’azione immediatamente (a differenza di un sommozzatore che ha bisogno di equipaggiarsi);
- Landseer. Si tratta di un cane d’acqua molto abile nel nuoto, straordinariamente protettivo e, non ultimo, possiede lembi palmati che spiegano la sua bravura nel nuoto;
- Golden Retriever. Oltre alla sua fama di cucciolo dolce e fedele, questa razza di cani è capace di imparare le discipline più diverse, dal salvataggio in acqua alla ricerca tra le macerie all’assistenza di persone con disabilità.
Se si pensa invece ai cani da soccorso in montagna, salta subito alla mente il San Bernardo con la fiaschetta di grappa al collo, ma ad oggi gli sono state affiancate altre razze. Scopriamo insieme quali sono i più diffusi cani da salvataggio sulla neve:
- San Bernardo. Occorre subito sfatare un mito: l’iconica borraccia al collo deriva da un quadro del 1820 del pittore inglese Sir Edwin Henry Landseer in cui viene rappresentato in questo modo, ma è ormai noto che offrire alcolici a chi soffre di ipotermia è un gesto altamente sconsigliato. L’alcool infatti è un potente vasodilatatore che favorisce la perdita di calore dal corpo umano. È invece vera la straordinaria possanza fisica di questa razza che, da centinaia di anni, viene usata per il trasporto di latte e formaggio, per tracciare piste nella neve fresca e per ritrovare alpinisti dispersi nella neve. La sua grande resistenza al freddo e all’alta quota lo rende il cane da valanga per eccellenza;
- Pastore belga. È un cucciolo docile e versatile, capace di svolgere i compiti più diversi. Utilizzato come animale da guardia e da difesa, è molto abile anche in caso di catastrofe o valanga. È un cane vigile e sempre pronto all’azione;
- Pastore Tedesco. È forse il cane più adatto a essere addestrato, utilizzato anche dalle Forze dell’ordine perché molto intelligente, fedele e abile. La sua indole lo ha reso un cane da riporto, accompagnamento, da guardia e di servizio per la polizia cinofila. Grazie al suo olfatto molto sviluppato, è eccezionalmente bravo nella ricerca dei dispersi nella neve e in caso di terremoti.
Cani salvataggio: addestramento
Le scuole di addestramento hanno sviluppato metodi di addestramento e allenamento differenti a seconda della zona geografica, ma gli elementi in comune sono molti.
Innanzitutto, l’addestramento comincia già con cuccioli di 10 settimane; a questo periodo segue circa un anno e mezzo di allenamento vero e proprio quando lo sviluppo fisico è completato e ha raggiunto la struttura corporea di un giovane cane adulto.
Gli anni di servizio vanno da cinque a dieci, a seconda delle caratteristiche dell’attività e delle caratteristiche dell’animale.
Gli addestratori lavorano in particolare su:
- Obbedienza. Elemento chiave per la buona riuscita dell’operazione e per la sicurezza dell’animale stesso, trovandosi in luoghi spesso pericolosi;
- Fedeltà. Il rapporto tra uomo e cane è di fondamentale importanza per lavorare bene insieme. Soccorritore e animale devono essere una squadra, fondata su lealtà e affetto reciproci;
- Agilità. Che sia in acqua o sotto la neve, il cane deve essere forte e agile e sottoporsi a un allenamento costante a partire dagli esercizi più semplici fino alle più avanzate tecniche di recupero;
- Olfatto. I cani, a seconda della necessità, possono essere cani da fiuto o da ricerca: di conseguenza, possono essere distinti a seconda che siano preparati a distinguere odori precisi al fine di cercare una sostanza specifica o a seguire qualsiasi odore che gli viene sottoposto;
- Gioco. L’elemento ludico è di grande importanza. Con i cuccioli si mettono in atto giochi semplici, basati sul meccanismo del premio, passando poi a prove sempre più difficili e specializzate.
Relativamente ai cani da salvataggio in acqua esistono due tipi di addestramenti acquatici: il primo è a scopo ricreativo, caratterizzato da sport acquatici e giochi in mare; il secondo è di carattere operativo, volto al salvataggio e all’esplorazione.
Quest’ultimo è un duro allenamento per vere e proprie manovre di soccorso.
Si tratta di un percorso lungo, che dipende non solo dall’indole del cane, ma anche dal padrone: alla base, infatti, ci deve essere un legame molto forte tra cucciolo e uomo, sia durante che fuori dall’orario di lavoro.
Per quanto riguarda l’attrezzatura dei cani salvataggio, l’animale indossa cinture salvagente con eventuali maniglie e pettorine galleggianti, dotate di catarifrangenti per le situazioni di scarsa visibilità.
Corso salvataggio cani
Il corso di salvataggio per cani si sviluppa in un percorso dalla durata di almeno un anno.
I cani da salvataggio in acqua seguono prima un addestramento a terra che comprende corsi di obbedienza e agilità: le lezioni hanno quindi l’obiettivo di insegnare al cane il controllo di ambienti affollati e caotici come le spiagge.
In questa prima parte, inoltre, si gettano le basi per il profondo legame tra cane e istruttore in modo tale da definire il codice comunicativo comune che permette di capirsi con pochi gesti o parole.
La seconda parte è il vero e proprio addestramento in acqua volto a perfezionare il nuoto, sport che i cani sanno già praticare di natura, e a simulare soccorsi e trasporti a riva.
Al termine del corso di addestramento, il nostro amico a quattro zampe ottiene un brevetto di salvataggio Sics, riconosciuto dalle Capitanerie di Porto e dal Ministero dei Trasporti e della Navigazione, dando al cane la possibilità di operare a fianco della Protezione Civile.
I corsi per cani da salvataggio nella neve prevedono, come quelli acquatici, un periodo di allenamento a terra, ma il cuore di questo tipo di training è l’olfatto.
La neve, oltre ad attutire i rumori, elimina quasi del tutto gli odori: per questo motivo l’obiettivo primario del corso è di sviluppare in maniera eccezionale l’olfatto di questi animali capaci di individuare persone sepolte sotto spessi strati di neve.
Dal momento che lo scopo di queste missioni è individuare il disperso, è fondamentale saper comunicare perfettamente con il proprio cane.
Riguardo a ciò esistono due scuole differenti: la prima insegna al conduttore ad interpretare il linguaggio non verbale del cane; la seconda richiede invece una formazione particolare grazie alla quale il cane impara a compiere un gesto (abbaiare, correre verso l’addestratore, toccarlo con il muso) che segnala il ritrovamento.