La terapia assistita con gli animali, meglio nota come pet therapy, si sta diffondendo sempre più grazie agli effetti benefici che sono stati riscontrati nella sua pratica in pazienti di ogni età, affetti da disturbi e patologie di diversa natura.

Nel corso degli anni infatti, grazie alla sperimentazione e all’analisi dei risultati ottenuti, si è compreso quanto la vicinanza e il contatto con un animale domestico permetta di ottenere importanti risultati in processi di cura o in ambito educativo, affiancandosi ai trattamenti tradizionali.

La pet therapy in realtà non è una pratica nuova, dal momento che le sue origini si collocano negli anni ‘50 del secolo scorso. Con il tempo, grazie ai riscontri positivi ottenuti in più casi e contesti, si è man mano diffusa, diventando parte integrante di molti percorsi di supporto ai pazienti. 

Oggi la terapia con gli animali viene utilizzata con successo, ad esempio in soggetti che presentano disturbi comportamentali e dell’umore, con problemi di depressione, ansia o schizofrenia. Le applicazioni della pet therapy però non finiscono qui. 

In questo articolo vedremo la pet therapy in cosa consiste, come nasce questo tipo di trattamento, quali benefici porta nei pazienti e come viene proposta in Italia.

Pet Therapy: a cosa serve e cos'è
Pet Therapy: a cosa serve e in cosa consiste come funziona in Italia

Origini e benefici della pet therapy

Prima di scoprire cos’è la pet therapy e tutti i benefici derivanti da essa, scopriamone le origini.

La sua storia ha avuto inizio, così come spesso è avvenuto per tante scoperte geniali, grazie ad un evento fortuito.

Un giorno nel 1953 lo psicologo statunitense Boris Mayer Levinson, indaffarato nel suo studio, dimentica il proprio cane nella sala d’attesa dove è presente un suo piccolo paziente, in cura per un disturbo dello spettro autistico, che doveva incontrare da lì a poco.

Il cane corre incontro in modo festoso al bimbo e questo, senza alcuna reazione di paura, prende immediatamente confidenza con l’animale, accarezzandolo con dolcezza e giocandoci insieme. 

Levinson capisce dunque che, in presenza di un animale domestico, un paziente avverte un minore timore nei confronti del medico, permettendo così alla seduta terapeutica di essere maggiormente proficua.

Da questo momento in poi si è iniziato ad utilizzare la pet therapy, sperimentandone l’efficacia in persone di differenti età e in più ambiti e contesti. Si è dunque scoperto che tutti potevano beneficiare degli effetti positivi della vicinanza di un animale durante una terapia, in particolare in presenza di una serie di disturbi e patologie specifiche.

Prima di considerare tutti i vantaggi della pet therapy è bene sottolineare una cosa importante: l’intervento assistito con gli animali non va affatto a sostituire la medicina tradizionale e dunque le cure anche farmacologiche necessarie prescritte dal medico. Va perciò considerata come un supporto efficace e prezioso in un quadro più complesso, un valido aiuto dunque per una gestione più facile del percorso di cura di un paziente.

Tutti i Benefici della pet therapy

Nel tempo, attraverso la sperimentazione della pet therapy, sono stati individuati e confermati nei pazienti un buon numero di riscontri positivi, sia a livello fisico che psichico.

Ecco i principali benefici della terapia assistita con gli animali.

  • Aumenta l’autostima nel paziente. Questo avviene in particolare con i pazienti più piccoli: prendersi cura di un altro essere vivente porta ad avere una maggiore consapevolezza delle proprie capacità. 
  • Diminuisce l’ansia e lo stress. La vicinanza di un animale domestico porta a calmare il paziente: la frequenza cardiaca diminuisce e così la pressione arteriosa. 
  • Migliora la qualità della vita. Si percepiscono meno i problemi di salute di lieve entità e si riduce il senso di solitudine. La pet therapy si rivela inoltre efficace in pazienti affetti da depressione.
  • Stimola il linguaggio. Nei piccoli pazienti aiuta la comprensione di parole nuove.
  • Migliora la socializzazione. Supporta un processo che ha lo scopo di migliorare l’interazione sociale e il confronto con gli altri.
  • Aiuta la mente. Esistono giochi specifici da svolgere con gli animali che aiutano la mente a essere stimolata nel modo giusto e ottenere così buoni risultati a livello di memoria, elaborazione e associazione.
  • Attiva e stimola i sensi. In caso di persone affette da cecità, ipovisione, sordità o sordocecità, la pet therapy, grazie al contatto fisico con gli animali, aiuta ad avere una migliore percezione del mondo circostante.
  • Calo dei valori di colesterolo. Questo beneficio è stato riscontrato in particolare in pazienti maschi.
  • Aumento del tasso di sopravvivenza in pazienti con disturbi cardiaci.
  • Supporto a malati oncologici e ad anziani in case di riposo. Aiuta in contesti di lunga ospedalizzazione a sopportare meglio dal punto di vista emotivo il distacco dai propri cari e ad affrontare con più serenità il percorso di cura.
  • Stimola la comunicazione e le relazioni sociali. Nei bambini, ad esempio, migliora l’ integrazione sociale con i compagni di scuola.

Capiamo meglio dunque cosa si intende per pet therapy.

Cosa si intende di Pet therapy

Il termine pet therapy si compone di due parole inglesi: pet che significa animale domestico e therapy che vuol dire terapia. 

L’espressione, utilizzata ormai da circa 60 anni, identifica bene la tipologia di trattamento, incentrata sui benefici dati dalla vicinanza, con tanto di contatto fisico, tra persona e animale.

La sua pratica oggi avviene prevalentemente all’interno degli ospedali, nelle case di riposo, nelle scuole o in centri specializzati.

Lo scopo di introdurre degli animali domestici nei nosocomi è quello di aumentare il benessere psicofisico del ricoverato. Il contatto fisico con un animale porta infatti a benefici nell’ambito emotivo, oltre a umanizzare le cure, regalando attimi di benessere a malati oncologici, bambini o anziani, specie nei periodi di lunga ospedalizzazione.

Nelle case di riposo la pet therapy viene utilizzata per creare un momento di tranquillità che diventa per l’anziano un appuntamento fisso, capace di mettere in moto le sue capacità cognitive ed emotive. In particolare, questo tipo di trattamento è indicato per pazienti affetti da Alzheimer, specie nelle fasi iniziali della malattia. La presenza di un animale stimola infatti la capacità motoria, l’interesse e l’attenzione, oltre a ridurre agitazione, depressione e aggressività. 

Nelle scuole, la pet therapy si rivela utile per tutti quei bambini affetti da disturbi dell’apprendimento e del linguaggio, con ritardi cognitivi e psicomotori e con sindrome dello spettro autistico. In questi casi, la presenza di un animale in classe aiuta a far sì che il bambino accresca la fiducia in se stesso e sia maggiormente cosciente delle proprie emozioni.

Quali animali da compagnia vengono maggiormente impiegati per la pet therapy?

Durante gli Interventi assistiti solitamente è presente un cane, un gatto o un cavallo, ma possono essere di valido aiuto anche altri animali come conigli, asini, porcellini d’India, alpaca o lama. 

Ogni animale poi nello specifico porta a benefici particolari. 

Sicuramente il cane è l’animale più presente. Esistono delle razze particolarmente indicate per questo tipo di trattamenti e che vengono opportunamente educate a questo scopo. Devono infatti essere animali calmi e ben socializzati, per la massima sicurezza di tutte le persone coinvolte. Tra le razze più utilizzate il Labrador Retriever, il Golden Retriever e il Pastore Tedesco, solo per citarne alcune.

Anche se meno diffusa, la pet therapy con i gatti prevede la presenza solo di felini selezionati per il loro temperamento e per la tolleranza che mostrano nei confronti del contatto fisico umano. Come i cani, anche loro vengono addestrati per poter essere abituati alle carezze e alle attenzioni. Tra le razze più idonee alla pet therapy ci sono Certosini, Siberiani e Persiani.

La Pet therapy in Italia

In Italia l’espressione che va a identificare in modo più specifico la pet therapy è IAA, acronimo di Interventi Assistiti con gli Animali

All’interno di questo macrogruppo si possono identificare tre ambiti di applicazione, in base all’approccio utilizzato:

  • AAA, Attività Assistita con gli Animali. A prevalere qui è la componente ludico-ricreativa. Si tratta di interventi indicati sia per soggetti sani che diversamente abili, con il fine di instaurare una relazione con l’animale che permetta al paziente di ottenere un miglioramento della qualità della vita, offrendo stimoli sensoriali ed emozionali, incoraggiando l’attività motoria e dando supporto a una maggiore disponibilità relazionale. Questo è possibile mediante attività molto semplici, come ad esempio prendersi cura dell’animale.
  • EAA, Educazione Assistita con gli Animali. Negli interventi di questo tipo ad essere privilegiata è la parte educativa/rieducativa. Pensata sia per soggetti sani,che diversamente abili o con disturbi del comportamento, l’ EAA permette di ritrovare il benessere psicofisico e aumentare la propria autostima. Tra gli ambiti di applicazione di questo approccio della pet therapy: pazienti che si trovano in ospedale per lunghi periodi di cura, persone con difficoltà comportamentali o relazionali oppure che presentano un disagio emozionale.  
  • TAA, Terapia Assistita con gli Animali. Questa ha uno scopo prettamente terapeutico. Va infatti a supportare altre terapie che riguardano disturbi fisici, neurologici, psicomotori, cognitivi, emotivi e relazionali, in situazioni specifiche. Nell’ambito della TAA rientra l’ippoterapia, una terapia assistita, supportata dalla presenza del cavallo, che va a lavorare sulla sfera sensoriale, motoria, cognitiva o comportamentale del paziente.

Prenditi cura del tuo amico a quattro zampe con Kippy EVO

Abbiamo appena scoperto la pet therapy a cosa serve e quali sono i tanti benefici che porta. 

Ma come possiamo prenderci cura a nostra volta, quotidianamente, dei piccoli amici a quattro zampe?

Un’ottima soluzione è Kippy EVO, un localizzatore GPS che può aiutare cane e padrone grazie alle tante funzionalità di cui è dotato.

Si tratta di un piccolo dispositivo, da applicare al collare o alla pettorina dell’animale e che va collegato, mediante una app dedicata, allo smartphone del proprietario. 

Grazie a una scheda SIM e al collegamento con particolari satelliti, Kippy Evo è in grado di farti conoscere in tempo reale, in ogni momento, la posizione del tuo cane.

Oltre a questa importante funzione, il dispositivo permette molte altre attività come il calcolo delle calorie bruciate dall’animale, la registrazione dei passi percorsi e l’archiviazione dei progressi del cane durante l’attività motoria. Non solo, con Kippy EVO è anche possibile sapere se il proprio amico a quattro zampe ha svolto quotidianamente un movimento sufficiente e quali sono le zone di casa e giardino in cui maggiormente preferisce stare durante il giorno. A completare le funzioni, il recinto e il guinzaglio virtuali, utili per tenere sempre sotto controllo gli spostamenti del cane.

FAQ

Come si diventa operatori di pet therapy? 

Per diventare operatori di pet therapy serve frequentare un corso di formazione riconosciuto a livello regionale. Si possono seguire tutti e tre gli step previsti: un corso propedeutico, un corso base e quindi uno avanzato.

Come certificare un cane per la pet therapy?

Per far sì che il proprio cane sia idoneo e dunque riconosciuto come animale di supporto emotivo deve essere rilasciato il certificato ESA da uno psicologo, uno psicoterapeuta o uno psichiatra. 

Qual è il cane più empatico?

Esistono delle razze di cane più empatiche rispetto ad altre. Tra queste troviamo:  Chihuahua, Yorkshire Terrier, Labrador Retriever, Border Collie e Cavalier King Charles Spaniel.